Definire
Morte di un militante siciliano di Filippo Falcone un
libro prezioso è una grossolana approssimazione per
difetto.
Della
preziosità del recupero della memoria riflette, e ce ne fa
profonda disamina, Luigi Manconi nella sua prefazione, così
come Marco Scavino, col tema proposto dalla postfazione,
conduce il lettore a considerare la memoria come chiave di
interpretazione del presente e, se ne siamo capaci, come
fattore di previsione per il futuro; la cronologia dal 1970
all’aprile 1975, infine, e i documenti fotografici
incorniciano quel periodo, ricreandone il
"sapore".
E
la memoria di cui tratta questo libro di Falcone,
appassionato meridionalista la cui attività politica
nell’amministrazione locale siciliana viene affiancata
dallo studio del passato, sia esso remoto o recente, è la
memoria di quell’ondata migratoria dal Sud favorita e
richiesta dalle aziende del Nord, con i problemi generati
dalla forte espansione delle città, primo fra tutti il
problema della casa.
Una memoria ripercorsa sulle orme di un emigrante siciliano,
Tonino Miccichè, operaio Fiat, avanguardia di lotta nella
fabbrica - e per questo licenziato - e nel grande movimento
per la casa; il suo impegno nelle occupazioni, specialmente
alla Falchera, paese popolare (nemmeno quartiere, sebbene lo
sia amministrativamente, dato il suo isolamento dalla città)
ai margini di Torino, impegno tale per cui fu chiamato
affettuosamente il "sindaco della Falchera"; la
sua morte, tragica, eroica, ma dell’eroismo del
quotidiano, quello più difficile da attuare e da onorare;
il ricordo di lui, ai funerali, nei comunicati di tutta la
società civile, ma, soprattutto, nella gente della Falchera
che ancora oggi, a più di vent’anni dal suo omicidio, ne
percepisce il segno.
Morte
di un militante siciliano,
però, non si ferma al recupero della memoria; ha un altro,
immenso pregio: ci mostra, con semplicità ma efficacia, una
città differente da quella che il nostro occhio quotidiano
percepisce.
Ecco,
dunque, l’ulteriore preziosità di questo libro: dopo
averlo letto, passeggiare per Torino, così come per
qualunque altra città, non avverrà nello stesso modo;
vedremo case e quartieri dei quali avremo conosciuto non
solo l’aspetto esteriore, freddo, da piano regolatore, ma
anche l’intervento della gente comune, dei suoi bisogni e
delle lotte per una vita migliore.
Avremo
tutti occhi più profondi e anche, almeno un poco, più
commossi.
Il
libro è corredato da una cronologia di Alessandra Capitolo,
che va dal 1-1-'70 al 17-4-'75, e da alcune fotografie di
quel periodo.
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